mercoledì 7 dicembre 2016

La Sicilia senza confini è lungo la rotta dei Fenici



Immaginate la Sicilia più antica e i suoi luoghi più fascinosi, inebriati di mare, inondati di sole, pieni di bellezza, di arte, di storia. Immaginate i luoghi della più fastosa archeologia e, accanto, i borghi dove si respira la sicilianità più verace con i suoi profumi, i suoi colori. L'atmosfera più vera della Sicilia è il cuore di un progetto ambizioso:  la “Rotta dei Fenici”.

Un viaggio nel passato che guarda, però, al futuro e alla promozione di un territorio dove si sposano le sfaccettuature più diverse esaltandosi l'una con l'altra. Antonio Barone, direttore di questo progetto, ha la Sicilia nel cuore ed è questo suo amore a spingere la nascita di un programma culturale che punta a un turismo nuovo, legato alla memoria dei luoghi ma moderno, senza confini. 
 La Rotta dei Fenici propone una rete di siti archeologici, etnoantropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che mostrano oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato, dimostrando come il passato ci aiuti a comprendere il nostro futuro.

E' la connessione delle grandi direttrici nautiche che, dal XII secolo a.C., furono utilizzate dal popolo dei Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo. Attraverso queste rotte, i Fenici diedero origine ad una grande civiltà contribuendo alla creazione di una koiné (“comunanza”) culturale mediterranea. Ma anche altri grandi civiltà del Mediterraneo utilizzati questi percorsi per lo stesso scopo: greci, romani, etruschi e molti altri. Quindi, queste rotte sono diventate una parte integrante ed essenziale della cultura del Mediterraneo ed oggi  rappresentano il modello di interculturalità posto alla base di un Itinerario Culturale Mediterraneo, nell’ambito del programma del Consiglio d’Europa, che attraversa 19 paesi di 3 continenti e oltre 100 città di origine fenicio-punica.
Lungo queste rotte ricche di storia si sono spostate merci e, soprattutto, culture. Nel 1994 la “Rotta dei Fenici” viene candidata all’interno del programma Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Nel 2003 l’itinerario viene incorporato nel programma e nel 2007 la rete di gestione viene riconosciuta ed abilitata. La certificazione è stata rinnovata nel 2009 e nel 2013.
Oggi La Rotta dei Fenici è una Confederazione internazionale che raggruppa 14 reti territoriali e tematiche che collaborano per lo sviluppo di nuovi modelli di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, materiale e immateriale, in un contesto di dialogo interculturale mediterraneo.
Attuale Presidente della Confederazione è lo storico Giovanni Brizzi. Direttore sin dal 2004 è Antonio Barone, che è stato anche promotore del rilancio della Rotta dei Fenici che venne promossa dal Ministero del Turismo Italiano nel 1994, insieme alla Via Francigena, ma a seguito del referendum abrogativo ed alla conseguente chiusura del Ministero dobbiamo attendere il 2003 quando un gruppo di comuni italiano ha ridato vita all’Itinerario riproponendo il dossier di ammissione al Programma del Consiglio d’Europa.
“Lasciatemi sperare che il Mediterraneo resti quello che fin da giovane ho appreso a conoscere e sulle cui sponde ho trascorso, nella ricerca scientifica, tanta parte della mia esistenza. Lasciatemi evocare la suggestione immediata e profonda di paesaggi limpidi, delle acque tranquille, del clima sereno e temperato che fa fiorire la vite e l’ulivo; e soprattutto l’incontro umano con gente tanto simile a noi, che al colloquio rivela, siano anche i più semplici contadini o pescatori, l’esperienza, la saggezza, la moderazione di chi ha dietro di sé una civiltà millenaria”.   (Sabatino Moscati – 1989)
Lo storico francese Fernand Braudel, nel suo libro dedicato al Mediterraneo, scrive: «Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate l’una sulle altre». Parole che ci offrono uno straordinario spaccato di questo mare chiuso, che se non è proprio lo “stagno di rane” di Platone, è sicuramente un mare a misura d’uomo. Uno spazio in cui è avvenuto il più intenso incrocio e scambio tra culture differenti, uno spazio in cui la civiltà umana si è sviluppata ed è nata la coscienza stessa dell’Occidente. Scoprire la storia dei diversi popoli che hanno vissuto questo mare, navigando e commerciando, ci permette di compiere un viaggio affascinante nello spazio e nel tempo, entrando in contatto con una miriade di frammenti che compongono un immenso ed unico affresco che costituisce la nostra stessa memoria ed un’identità comune a tutti i popoli che si affacciano su questo bacino.
Senza dubbio i Greci e i Fenici, ma anche poi i Romani, sono i protagonisti della navigazione, della colonizzazione e della storia del mar Mediterraneo, i primi due sono popoli che muovono fra Oriente ed Occidente, protagonisti di questo fenomeno.
Al passaggio tra II e I millennio a.C., dopo gli sconvolgimenti portati dai cosiddetti “Popoli del Mare”, la fine dei traffici micenei ed il contenimento della marineria egizia, la capacità di sfruttare maggiormente le rotte ed i contatti nati nelle epoche precedenti e di utilizzare il mare come privilegiata via di comunicazione, viene fatta propria prima dai Fenici e poi dai Greci. Gli Etruschi si affiancano e poi, gradualmente, appaiono altri gruppi come i Romani che avranno la capacità di coglierne le opportunità politiche ed economiche. Una parte fondamentale viene svolta anche dalle popolazioni locali, il cui incontro con i colonizzatori fu decisamente ricco.
Una profonda unità unisce questi popoli protagonisti. Le rotte non furono opposte a seconda dei popoli, ma largamente comuni. Come afferma Sabatino Moscati “Sul mare le differenze tra i popoli drasticamente si riducono, nel senso di una koinè, una matrice culturale comune, che occorre evidenziare nel suo significato più illuminante”.


La Rotta dei Fenici, (www.fenici.net)  tra le Cultural Routes  riconosciute e abilitate dal Consiglio d’Europa, è l’Itinerario della Interculturalità, volto a promuovere la comune cultura e  rafforzare i legami fra i paesi del Mediterraneo accomunati da una storia millenaria.
Per raccontare tutto questo La Rotta dei Fenici propone una rete (Me.Mu.Net – Mediterranean Museums Network) di musei e siti archeologici, etno- antropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che mostrano ancora oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato. Dal 2011 esiste anche una Rete delle Scuole del Mediterraneo – Edu.Net. per favorire gli scambi educativi e pedagogici tra le scuole, gemellaggi, viaggi dell’interculturalità ed altro.

Dal 2011, La Rotta dei Fenici è strutturata come “Confederazione Internazionale La Rotta dei Fenici” che vede la partecipazione dei network nazionali e delle reti trasversali internazionali.
Associazione Rotta dei Fenici, Italy
  • Itinerari Fenicio-punici Sicilia
  • Itinerari Fenicio-Punici Sardegna
  • Cammino d’Annibale
  • Rete degli Etruschi
  • Magna Grecia
Ruta de los Fenicios, España
  • Ruta de los Fenicios y Punicos
  • Camino de Anibal
Route des Phéniciens, France
ir-Rotta tal-Fenici Malta
Δρόμος των Φοινίκων, Greece
طريق الفينيقيين Route des Phéniciens – Maghreb (Tunisie)
طريق الفينيقيين Phoenicians’ Route in Lebanon
طريق الفينيقيين Phoenicians’ Route in Palestine
EARTH – European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality
OTIE – Tourism Observatory of European Islands
Turkey’s Cultural Routes Society
Local Agenda 21 Coordination
FEISCT – Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici

Sono in fase di adesione ulteriori Paesi tra cui Cipro, Portogallo, Croazia, Regno Unito etra le reti tematiche una Rete delle Capitali Europee della Cultura.



ITINERARI CULTURALI DEL CONSIGLIO D’EUROPA
Un itinerario culturale viene definito come un nuovo tipo di bene culturale allargato che collega tra loro elementi del patrimonio tangibile e intangibile, diversi ed omogenei, di territori contigui o anche fra loro molto distanti, creando un nuovo sistema di conoscenze (ICOMOS, 2005). Su questa base, nel corso degli ultimi anni molti enti ed amministrazioni locali hanno deciso di puntare sulla creazione di percorsi e strade tematiche come strategia di promozione delle destinazioni minori, dando vita ad una moltiplicazione di temi e destinazioni che hanno contributo effettivamente all’economia locale.
L’interpretazione degli itinerari culturali cambia a seconda degli obiettivi ultimi del soggetto che li promuove:
- per il Consiglio d’Europa gli itinerari culturali sono uno strumento volto a dimostrare, attraverso percorsi trasversali rispetto allo spazio e al tempo, che il patrimonio culturale dei diversi paesi europei è in realtà un patrimonio comune (http://culture-routes.net). Essi sono quindi principalmente un veicolo di comunicazione, di scambio culturale tra le nazioni e le culture, cioè uno strumento per consolidare l’identità europea. Sono oggetto di un programma specifico varato nel 1987 e corredato da successive risoluzioni, nelle quali vengono definiti i criteri per il riconoscimento degli “Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa”. Dal 1997 l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, avente sede in Lussemburgo, ha il compito di attuare il Programma del Consiglio d’Europa supportando lo sviluppo degli itinerari già selezionati, di coordinare e fornire assistenza tecnica alle reti dei partner promotori degli itinerari, in modo particolare per il loro sviluppo nell’Europa centrale e orientale;
- anche l’UNESCO ha lanciato all’inizio degli anni ‘90 una serie di azioni sulle rotte culturali, che ha dato vita a progetti regionali quali la “Rotta degli Schiavi”, la “Via della Seta” o la “Route des ksour”. L’approccio utilizzato da questa organizzazione internazionale è stato quello della connessione fra i flussi migratori e le modalità con cui gli scambi culturali hanno consentito alle diverse società di plasmarsi e di interagire fra loro. Per l’UNESCO un itinerario culturale è “un itinerario composto da elementi tangibili, il cui significato culturale deriva da scambi e dialoghi multidimensionali tra paesi e regioni e che illustrano il movimento interattivo e continuativo delle persone lungo l’itinerario, nello spazio e nel tempo”.

- l’individuazione e lo sviluppo degli itinerari culturali è stato affidato dall’UNESCO ad un particolare comitato dell’ICOMOS, il CIIC (Comitato Internazionale per gli Itinerari Culturali), che ha come obiettivo lo studio e la valorizzazione degli itinerari culturali in connessione con la conservazione e la valorizzazione dei monumenti, degli edifici, dei reperti archeologici, dei paesaggi e dei siti culturali che si trovano lungo di essi (http://www.icomos-ciic.org/CIIC/CIIC.htm). Il CIIC ha elaborato la Carta ICOMOS degli Itinerari Culturali, ratificata il 4 ottobre 2008 nel corso della sedicesima Assemblea Generale del Council. Oltre alla definizione dell’oggetto “Itinerari Culturali”, la Carta contiene la loro classificazione, la metodologia per la ricerca, valorizzazione, preservazione, conservazione, uso e gestione.

-anche l’Organizzazione Mondiale del Turismo – UNWTO - da diversi anni si occupa di itinerari culturali, seguendo in particolare la “Via della Seta”,  da gennaio 2016 anche “La Rotta dei Fenici”, tramite l’istituzione di un Core Working Group on The Phoenicians’ Route in collaborazione con il Consiglio d’Europa (Istituto Europeo Itinerari Culturali), Unesco e di cui fa parte la Confederazione La Rotta dei Fenici.
Il 7 novembre 2016, in occasione del World Travel Market, una delle più importanti fiere del turismo al mondo, l’Organizzazione Mondiale del Turismo e l’Istituto Europeo Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa hanno presentato ufficialmente l’iniziativa dando un alto prestigio alla Rotta dei Fenici che insieme alla Via della Seta assume un valore ancora più significativo.  

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