mercoledì 30 marzo 2016

Scuola di specializzazione in Archeologia: rispettare il passato per proiettarsi nel futuro





La Scuola di specializzazione in beni archeologici è un gioiello della Sicilia. Istituita dall’Università di Catania, è una struttura accademica di grande prestigio, da ormai oltre un decennio ritornata nella sua sede originaria: palazzo Chiaramonte, nel cuore di Ortigia. 
Lo storico immobile di via Landolina, a pochi passi da piazza Duomo, è un luogo di cultura, di ricerca, di passione per l'archeologia animato dal desiderio dello studio e dall'amore per un mestiere che mestiere certo non è, lungo il solco tracciato dai grandi uomini che hanno restituito la Sicilia più antica alle generazioni moderne. Per questo la cerimonia di apertura del nuovo anno accademico celebrata a Palazzo Vermexio, nella sede del Municipio, riveste in sé un'importanza che travalica i confini didattici e della formazione post-accademica che rappresentano già un fondamento di grande valore. La Scuola di Archeologia, affidata al direttore Massimo Frasca, al suo vice Mariarita Sgarlata e a una taskforce di docenti di fama e valenza non solo nazionale, è un pezzo della storia siciliana. E' un cuore pulsante dell'Università siciliana e del Meridione di cui onora studi e traguardi raggiunti grazie alla dedizione e allo studio, grazie all'insegnamento di docenti che hanno dedicato la loro vita all'archeologia. 
Nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio si è celebrato un momento di alta levatura culturale ma anche di rispetto per una professione che è legata all'amore per il passato e che è connotata da sacrifici e difficoltà legate a un sistema accademico complesso, a un mondo professionale chiuso e obsoleto, a una pubblica amministrazione poco lungimirante perchè puntare su professionalità che studiano il passato significa proiettarsi nel futuro.
Giovani soprattutto hanno applaudito al termine della lectio magistralis tenuta del professore Enzo Lippolis dell'Università La Sapienza di Romache ha parlato di storia, dell'importanza delle indagini archeologiche per ricostruire le civiltà del passato e meglio comprendere la modernità.

Dare un nuovo via all'anno accademico della Scuola di specializzazione è un traguardo importante per l'Ateneo catanese e per tutte le Università, per Siracusa e per la Sicilia che vanta la più prestigiosa scuola di Archeologia, la più antica d’Italia dopo quella di Roma e l’unica nel Meridione, dalla Puglia in giù.

La sua istituzione fu deliberata nel 1923 e la sua attivazione ebbe luogo nel 1925 con sede a Siracusa. La direzione della Scuola fu affidata a Paolo Orsi il quale aveva già ricoperto incarichi di insegnamento presso l’Ateneo di Catania. Dopo un lungo periodo di interruzione, la Scuola fu riattivata nel 1961 su iniziativa del prof. Giovanni Rizza come Scuola di Perfezionamento in Archeologia unita ad un corso di Perfezionamento in Studi del Dramma Antico, ancora con sede a Siracusa, dove trovò ospitalità presso l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Dal 1990 la Scuola ha modificato il proprio statuto in Scuola di Specializzazione in Archeologia di durata triennale, con lo scopo di approfondire la preparazione scientifica nel campo delle discipline archeologiche e di fornire le competenze professionali finalizzate alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologic. 

sabato 26 marzo 2016

Da Piazza Armerina alla Cina nel segno della più alta cultura





Un ponte tra la Sicilia e la Cina nel segno della più alta cultura. A promuoverlo è la “Fondazione Prospero Intorcetta” dal cuore dell’Isola: Piazza Armerina, dove si è svolta una giornata dedicata alla figura del missionario gesuiti piazzese, un personaggio storico che ha favorito il dialogo tra le due culture e i due Paesi. Intorcetta fu missionario in Cina e che diede un contributo significativo alla traduzione delle opere di Confucio in latino ed alla loro divulgazione in Europa,  contribuendo in maniera determinante alla diffusione del confucianesimo in Occidente. 


Da 10 anni, la Fondazione che porta il suo nome lavora per promuovere e valorizzare la terra natia di Intorcetta e dunque la Sicilia e l’Italia, attraverso la progettazione e realizzazione di eventi, manifestazioni e altro che sia utile all’affermazione dei principi di una cultura aperta e di dialogo tra popoli, nazioni e civiltà diverse.
Da qui il titolo dell’evento che ha visto protagonista, per un giorno, Piazza Armerina: “Un piazzese in Cina, tra fede cultura e tradizioni. Ricordare per non dimenticare” iniziata nella “Sala del libro antico” della Biblioteca comunale dove sono state distribuite cartoline commemorative con speciale annullo filatelico. E, ancora, due momenti: uno commemorativo e religioso nella prima parte della ricca giornata e uno di carattere scientifico nel pomeriggio. Un evento organizzato dalla “Fondazione Prospero Intorcetta Cultura aperta” , dal Comune di Piazza Armerina e dalla Diocesi di Piazza Armerina, col patrocinio del Ministero degli Affari Esteri dell’Università di Catania e della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù e dell’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana della Regione Sicilia con la partecipazione delle più alte cariche istituzionali, civili e religiose, nazionali, regionali e provinciali, oltre a ospiti di caratura internazionale.
Il momento più intenso, dopo la cerimonia religiosa delle ore 10.30 presso la Chiesa di S.Ignazio di Loyola, presieduta da Mons. Rosario Gisana, si è svolto nella piazzetta antistante la sede della Biblioteca Comunale, nel Chiostro dei Gesuiti a simboleggiare il legame ancora forte nel presente tra i missionari promotori della grande cultura e la terra siciliana. E’ qui è stato scoperto il busto lapideo realizzato dallo scultore Angelo Salemi ricavato dall’immagine del gesuita tramandata dal dipinto ad olio eseguito dal vivo a Palermo da ignoto autore e la cui riproduzione è conservata all’ingresso del Museo Diocesano di Piazza Armerina, dono della Fondazione Prospero Intorcetta della quale il dott. Giuseppe Portogallo è presidente. Una copia del dipinto, di molto posteriore e parziale, ma ben fatta, si trova nella Pinacoteca Comunale della stessa Città. Il busto in pietra poggia su una base nella quale sono riprodotti in bassorilievo uno scorcio della Cattedrale di Piazza Armerina, e la “Pagoda con il Lago” di Hangzhou, la località cinese dove visse e operò per 35 anni il gesuita e nel cui cimitero, da lui creato, riposano le sue spoglie.
“Una giornata da ricordare, appunto – commenta il presidente Portogallo – che si incastona nell’opera profusa in questi 10 anni di lavoro della nostra Fondazione, il cui obiettivo è stato anche quello di avere la più completa conoscenza storica e scientifica delle opere di Prospero Intorcetta, documentate e certificate. Oggi, un’èquipe di esperti dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto Confucio di Roma è al lavoro per pubblicare l’opera omnia di Intorcetta: un bagaglio di valori e conoscenze in 7 volumi che darà veridicità al lavoro del grande missionario e studioso. La giornata celebrata a Piazza Armerina prosegue dunque lungo il solco tracciato in questi anni e celebra un concetto a fondamento del nostro impegno “Ricordare per non dimenticare”, dunque conoscere il passato per restituirlo alle generazioni presenti e tramandarlo a quelle future. Il titolo di questo evento è dunque significativo perché attraverso il nostro passato, la nostra terra acquisisce un valore simbolico di sapere e la presenza di una statua intitolata al missionario gesuita in Cina, che nacque in questo luogo della Sicilia, diviene segno tangibile di memoria: chiunque vedrà questo busto saprà chi era Prospero Intorcetta e potrà conoscerne opere e vita”. Sì, perché accanto al busto lapideo si trova anche una targa e un codice QR che consentirà agli utenti di avere tutte le informazioni virtuali collegandosi alla pagina web multilingue della Fondazione Intorcetta.
Nel camposanto di Hangzou, il 5 settembre prossimo verrà collocato un secondo busto, donato dal Comune di Piazza Armerina e dalla Fondazione Prospero Intorcetta, proprio a simboleggiare con forza il legame tra Sicilia e Cina. Al termine della scopertura del busto, un altro significativo momento di altissimo valore, non solo simbolico: la consegna della certificazione ufficiale WELCOME CHINESE all’architetto Rosa Oliva, direttore del Museo Regionale della Villa Romana del Casale ed all’Arch. Giuseppe Parello direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento da parte della “China Tourism Academy” che, insieme alla “Select Holding”, società di marketing internazionale turistico, ha riconosciuto nei siti UNESCO della Villa Romana del Casale e della Valle dei Templi di Agrigento gli standard ideali per rispondere alle esigenze del turismo cinese in Italia. Un traguardo, ma anche un punto di partenza di eccezionale portata per la promozione del nostro territorio a livello internazionale.
Nel pomeriggio, il Museo Diocesano ha ospitato il Convegno “Un gesuita siciliano nella Cina del XVII secolo: Prospero Intorcetta, missionario e letterato”. Al tavolo dei relatori si sono alternati studiosi e specialisti di diversi settori, e di spessore internazionale, che ripercorreranno l’attività culturale di un uomo del XVII secolo che, superando barriere materiali e morali, si fece ponte tra due mondi, consegnandoci un’eredità che produce ancora i suoi frutti, da preservare e non disperdere.
La dott.ssa Enza Cilia, direttrice del Centro regionale di Restauro, ha rivolto alle autorità presenti e ai numerosi cittadini, tra cui moltissimi giovani, il saluto da parte dell’assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio, il quale proviene da una città simbolo della tradizione gesuitica in Sicilia qual è Messina: primo centro dei Gesuiti all’estero. La Regione siciliana, infatti, ha sposato la manifestazione in onore di Prospero Intorcetta ufficializzandone il suo ruolo nevralgico di collegamento culturale tra i due Paesi. Ruolo riconosciuto anche dal governo italiano rappresentato a Piazza Armerina da illustri esponenti del ministero agli Affari esteri che ha così dato il suo placet all’iniziativa apprezzando il lavoro profuso dalla Fondazione presieduta dal dott. Portogallo. Presenti anche alcuni esponenti del Pontificio istituto per le migrazioni fondato da papa Giovanni XXIII.
“Un momento di grande valenza sociale e culturale – ha commentato la dott. ssa Enza Cilia – che rende tangibile il legame tra le due culture rinvigorito dalla presenza dei Gesuiti e dal quale si diffonde un messaggio interculturale oltre che religioso. Tra Sicilia e Cina nasce un ponte di sapienza e conoscenza, così come quello varato da Prospero Intorcetta che ha divulgato i testi confuciani ,dopo averli tradotti, acquisendo così chiaro valore nella cultura europea. Il momento vissuto a Piazza Armerina alla presenza di illustri rappresentanti del panorama culturale e istituzionale nazionale e cinese, conferisce maggiore forza all’apporto nella cultura moderna da parte dei Gesuiti che furono ambasciatori di idee, di conoscenze scientifiche, di valori umani oltre che religiosi. I loro viaggi nel mondo furono precursori dei Grand tour e dello scambio interculturale. L’insegnamento dei Gesuiti a Piazza Armerina aveva un significato fondamentale, e lo ha ancora come mostrano gli echi delle loro opere: i Gesuiti hanno costruito edifici che oggi ospitano una scuola, la Biblioteca comunale e una chiesa a dimostrazione del loro segno indelebile nella società”. Enza Cilia si è soffermata sul dono del busto di Intorcetta alla città. “E’ stato posto in un luogo di memoria - ha detto – affinché non sia dimenticato il suo insegnamento. Di questi straordinari interpreti di sicilianità e cultura siciliana oggi ne facciamo tesoro, ricordando anche come la ricerca sul paesaggio culturale al tempo dei Gesuiti sia significativo: questi studiosi erano legati all’arte, alla cultura, alla scienza e hanno diffuso i loro saperi nel mondo dove sono stati anche straordinari interpreti di umanità”.
Le ha fatto eco il dott. Salvatore Scarlata in rappresentanza dell’assessorato regionale alle Attività produttive che ha dato pieno sostegno alle attività della Fondazione Intorcetta avviando già proficui scambi con la Cina all’insegna del dinamismo commerciale e culturale. “Porto i saluti dell’assessore Lo Bello e del dirigente Ferraro – ha detto il dott. Scarlata – che sostengono quest’opera di promozione territoriale in una terra qual è la Cina ricca di storia e di opportunità di nuovi fruttuosi scambi culturali. La presenza della Fondazione Intorcetta si inserisce in un contesto prezioso di dialogo che la Regione siciliana certamente sostiene e auspica possa divenire ancora più intenso”.